“Chist’è ‘o paese d’’o sole” recita una famosa canzone napoletana ma quello che ci ha accolto al nostro arrivo a Napoli è stata tutta un’altra cosa: appena incontrata Flavia, la guida che ci ha accompagnato in questa 3 giorni partenopea, si sono aperte le cateratte del cielo e con un tempo da diluvio universale abbiamo iniziato le nostra visita. Ma il maltempo non ci ha scoraggiato e il tour si è comunque svolto come da programma: monastero di Santa Chiara, Spaccanapoli, la cappella del Cristo velato fino a San Gregorio Armeno, la celebre strada dei presepi che in questp periodo dell’anno è una delle mete più gettonate da chi ama i mercatini di articoli natalizi. Nei due giorni seguenti il sole è tornato a splendere ed è stato molto più agevole camminare tra gli stretti vicoli del centro storico per raggiungere l’ingresso alla “Napoli sotterranea”, un percorso affascinante nel ventre di Napoli, a circa 40 metri di profondità, lungo parte di quelle gallerie nate al tempo dei greci con la funzione di acquedotto e che nel corso dei secoli sono state usate come discarica di materiali diversi, come rifugio antiaereo durante i bombardamenti della II guerra mondiale, come deposito, fino ai giorni nostri in cui, grazie all’associazione Napoli sotterranea, archeologi, storici e studiosi, con l’aiuto di giovani volontari, hanno dato a tutti la possibilità di scoprire questo suggestivo e insolito itinerario di visita della città. Il tour è poi proseguito toccando altri luoghi “obbligatori”: il Duomo con la meravigliosa cappella di San Gennaro, e poi le vie intorno al Maschio Angioino, il Palazzo Reale, il teatro San Carlo, Piazza del Plebiscito e la Galleria Umberto I, senza trascurare l’aspetto enogastronomico, tuffandoci nei sapori tipici della napoletanità, quelli della pizza, delle sfogliatelle, dei babbà, delle pastiere e dell’immancabile caffè. Il programma si è concluso domenica mattina, con un giro panoramico in pullman sul lungomare, fino alla collina di Posillipo, per l’immancabile foto con lo sfondo del golfo di Napoli, e poi il trasferimento al Museo di Capodimonte, per la visita alla reggia fatta costruire da Carlo di Borbone nel 1738, coi capolavori straordinari in essa contenuti. Un ultimo pranzo in una trattoria tipica e poi il rientro a Cesena, con tanti bei ricordi da condividere con parenti e amici.